A Catania del periodo
bizantino sono rimasti ricordi
di alcune chiese. Colate
laviche e terremoti, specialmente quello del 1693, hanno distrutto la maggior
parte delle testimonianze dell’epoca bizantina. Si è salvato la Cappella Bonaiuto, detta del
Salvatorello.
Altre strutture architettoniche sono state aggiunte nel XV secolo. Nella sistemazione del settecento è stato chiuso l'ingresso originale, lato sud, e aperto uno nell'abside ovest; l'abside nord è stata chiusa parzialmente con un muro facente parte di un'altra fabbrica.
Attualmente la chiesa è interrata a due metri dal livello della strada, come indica la sezione.
Non è conosciuto il titolo originario, ma si riteneva verso il '700 che fosse dedicata al SS Salvatore.
E’ stata ritenuta, dai scrittori catanesi, un
Pantheon pagano, un sepolcro romano o un elemento di terme.
Nella seconda metà del XVIII secolo è la chiesa
della casa Bonaiuto, viene trasformata in cappella mortuaria.
Negli anni trenta del secolo scorso la
Soprintendenza di Catania esegui lavori di restauro sotto la direzione del arch.
Sebastiano Agati, continuati dall’arch. Piero Gazzola che operò la
demolizione ed il ripristino delle strutture originare del monumento.
L’edificio è una cella trichora,
costituita da un vano centrale quadrato di m. 8,1 per lato coperto da una volta
a vela a tutto sesto a circa 10 m, tre
grandi nicchioni, nel quarto lato a
mezzogiorno si trovava l’ingresso.
La volta ha un occhio di luce in chiave,
aperto in un epoca relativamente recente. Quattro appoggi
particolari sostengono
la volta, sotto di essi - quattro colonne ioniche con ruolo decorativo e non di
sostegno. Si conserva una delle basi e porzioni del capitello. La volta attuale
è rifatta, riprendendo la geometria di quella originaria.
La chiesa è stata costruita con materiale di recupero romano. Forse l’impiego decorativo delle
colonne ioniche fosse stimolato dall’esistenza di elementi architettonici
degli ruderi antichi.
La
pavimentazione originaria -
basalto lavico, parte della quale è stata individuata in un locale adiacente.
Menzioni della chiesa si ha a partire del XVII
secolo. La vediamo indicato in un disegno, la pianta di Catania, di G. Merelli
tra 1676 e il 1677. Cent'anni più tardi viene menzionata da J. Houel nel
Catalogue Raisoné del Voyage Pittoresque des iles de Sicilie, de Malte et de
Lipari, Paris, 1782; un guazzo di J. Houel si trova al Louvre - la pianta e la
vista interna della chiesa del
palazzo Bonaiuto. Già a quel tempo la chiesa era trasformata in cappella
privata della famiglia Bonaiuto. I primi scavi archeologici sono stati eseguiti
sotto la direzione del principe Biscari nel terzo quarto del XVIII secolo e
documentati da Meyer.
La Capella Bonaiuto è gestita
dalla società Cappella Bonaiuto di Salvatore Bonaiuto & c. s.a.s che ha
curato il restauro; destinata ad attività polivalente, rivolta principalmente
alla realizzazione di servizi nei settori della fruizione dei beni culturali.
1.
Pace B., Arte e civiltà della Sicilia antica, vol. IV, barbari e
bizantini, Roma – Napoli – Città di Castello, 1949, pag. 342-345
2.
I monumenti della Sicilia orientale e l’opera della nuova
soprintendenza di Catania, in Ass. VI, 1941